In un’epoca neppure troppo lontana, un bellissimo Marcello Mastroianni seguiva Anita Ekberg nella fontana di Trevi e mostrava a tutto il mondo un’immagine abbagliante di eleganza e seduttività.
E oggi, dove sono finiti quegli italiani affascinanti che per decenni hanno provocato brividi alle donne di ogni paese? Dove sono finiti gli uomini che hanno creato e tramandato una narrativa di bionde scandinave a caccia di avventure estive lungo le riviere della penisola?
Gli italiani non sono più capaci di incantare, e per trovare le prove di una deriva culturale basta osservare gli atteggiamenti dei singoli che frequentano i club o le feste.
Lasciamo volontariamente da parte tutte le realtà poco pulite (locali scannatoio, lap dance, et similia) e concentriamoci sugli ambienti più sani.
Si potrebbe pensare che un severo contingentamento e la partecipazione a eventi dove le coppie sono in numero preponderante, provochi nei singoli il desiderio di apparire al proprio meglio.
Purtroppo non è così. Tanto per cominciare, i singoli vestono male (male, male, male).
Indossano scarpe sformate, pantaloni stazzonati e lisi, felpe col cappuccio color merde de poule.
Sfortunatamente, l’esperienza insegna che nel nostro ambiente chi veste male pensa e agisce ancor peggio.
Per giocare da singolo è necessario conoscere una parte e calarsi in un personaggio, ma più il tempo passa, meno i singoli sono in grado di capire il proprio ruolo in quell’intrigante recita che chiamiamo lifestyle.
Non hanno immaginazione, non sanno come muoversi. Non gli passa neppure per la testa di farsi vedere al bar, in pista; non vengono sfiorati dal dubbio che un sorriso e un saluto spesso ottengano risultati gratificanti. Pensano che sia sufficiente acquattarsi negli angoli bui delle playrooms e allungare le mani, perché qualcosa accada. Non hanno dignità, si accontentano di tutto.
Probabilmente credono che il riferimento erotico di molte coppie sia ancora il camionista fermo col suo bestione nella piazzola autostradale; ignorano che ben più numerose sono quelle che si sentono a disagio con gli stereotipi da B-movies anni ’70, e che accoglierebbero volentieri nei propri giochi un singolo educato, che sia in grado di entrare in empatia sia con l’uomo che con la donna.
Bisognerebbe spiegar loro che gli uomini, anche i più gelosi, provano un sottile piacere nel vedere la propria donna corteggiata da un gentleman, purché la situazione sia sotto controllo, purché possano allentare o tendere le briglie a propria scelta; similmente, alle donne piace il gioco della seduzione, soprattutto quando possono condividerne lo svolgimento con il proprio innamorato.
Tenete sempre presente questo: nel lifestyle la seduzione non è un dramma, è una commedia la cui trama richiede un attore (il singolo) credibile, che sappia recitare la propria parte, talvolta sopra le righe, ma sempre con eleganza.
Mettetevi nei panni di una donna: c’è una bella differenza tra un flirt con James Bond e uno con Bart Simpson.
Potete scommettere su una cosa: un singolo il cui approccio non va oltre la manata sul sedere alla prima che passa, è fatalmente un uomo la cui abilità sessuale è scadente.
Nel lifestyle sono la mente e la fantasia ad accendere la libido, e perché questo accada, non è sufficiente calarsi i pantaloni e mostrare una supposta virilità; bastasse questo, ogni esibizionista di questo mondo verrebbe assalito e violentato da orde di donne assatanate.
Spesso i singoli peccano non solo nella miseria delle avances, ma anche nell’offensiva mentalità che in qualche modo viene sempre fuori e che fa trasparire un palese disprezzo per le coppie alle quali si avvicinano, formate (secondo loro) da cornuti impotenti e puttane impenitenti.
E così, grazie a questa visione tanto meschina, a questa mancanza di eleganza sia formale che di pensiero, le occasioni sprecate si accumulano e le serate buttate si moltiplicano, quando per invertire la rotta basterebbe in alcuni casi riflettere sulla propria tattica, sugli approcci sbagliati, sulla mancanza di classe.
Quale sarà lo scenario futuro?
Sempre più si assisterà a un’emarginazione dei singoli da ogni situazione conviviale, fenomeno peraltro già in atto da qualche tempo.
Il solco che separa l’uomo solo dalle coppie diverrà impossibile da colmare.
Sempre più il singolo sarà un ospite a malapena tollerato perché pagante, obbligato a saldare il conto di tutti e di fatto escluso da ogni interazione.
D’altra parte, voi invitereste a una cena elegante l’uomo di Neanderthal?
Brick&Maggie
Articolo tanto più bello in quanto poco “furbo”, come detto da un altro utente. Condividiamo la malinconica presa di coscienza che è in atto un impoverimento, imbarbarimento dei modi. Aggiungiamo che il lifestyle non è un mondo a sè, quanto piuttosto un riflesso del mondo reale, nello stesso modo in cui un acquario è un condensato della vita marina. Questa non è una “devoluzione” dei singoli, ma della nostra cultura delle relazioni. Dalla quale, duole ammetterlo, le coppie non sono immuni…